La Baia del Re (oggi quartiere “Stadera”)

Gli abitanti della zona decisero di chiamare “Baia del re” il proprio quartiere rifiutandosi di usare il nome imposto dal regime fascista.
Scelsero dunque quello che fu l’ultimo avamposto scandinavo da cui partì la sfortunata spedizione internazionale che negli anni trenta tentò l’esplorazione del Polo Nord in dirigibile. Il quartiere era infatti posto nell’estrema periferia sud della città. Da allora la città è cresciuta e il quartiere si trova ormai alle porte del centro, eppure rimane ancora oggi
sul confine tra emarginazione ed integrazione, tra degrado e riscatto.
Esistono ancora posti dove non servono né soldi né documenti? Sì, alla Baia del Re. Qui il circolo propone due scuole d’italiano: la scuola Driss Moussafir (serale) e la Scuola Popolare per donne straniere (diurna). Se invece non hai una casa, se nono hai i soldi per l’affitto, se hai occupato un alloggio, puoi rivolgerti allo Sportello Casa, realizzato in collaborazione con il Sicet. Per i più piccoli ci sono i laboratori ludici e per i ragazzi di medie e superiori, il doposcuola.

Il seguente articolo è tratto da http://anniquaranta.blogspot.com/ 

Nasci alla Baia del Re, e nemmeno sai che significa… Quante volte ho sentito ripetermi questa frase? Nemmeno una, quasi nessuno sa che il quadrato compreso tra le vie Montegani, Palmieri, Barrili e Neera e Naviglio Pavese si chiama così, tranne qualche simpatico vecchietto o vecchietta, che forse avrebbe anche fatto carte false per andarsene, di tanto in tanto, ma dove poi non si sa, e quindi è meglio rimanere qui, che mi sono affezionato.
Ci nasci, e basta. E non ti fai nemmeno tante menate pseudo sociologiche sulla zona degradata, sulla delinquenza che domina incontrastata, sulla povertà e sull’emarginazione. E’ la tua zona, sono i tuoi amici, la tua scuola materna e elementare, ma la scuola media e quella superiore non è che siano tanto distanti, questione di metri.
E’ il tuo oratorio, dove giochi a pallone tutte le volte che puoi, con tutti quelli che passano di lì: partite memorabili, anche due contro due. Partite che hanno creato legami che durano, anche se non frequenti più. Pomeriggi interi a giocare a calcio balilla, bevendo le spume nere della signora T, primo ed unico esempio di autorità costituita e riconosciuta alla Baia del Re.
Sono molti dei tuoi amici, che magari rivedi dopo vent’anni e ti rimetti a parlare con loro come se avessi smesso il pomeriggio precedente: Giacobbe, diventato pugile, orgoglio della zona e non solo, per sua fortuna; Max, icona della Fossa dei Leoni, portiere imbattibile cresciuto a pane e Milan, solo un po’ miope; Moreno, il sosia del conte Oliver del gruppo TNT, però migliore dell’originale negli affari; Fabrizio e quelli come lui, accasati ma ricchi di vita e di cose da raccontare.
Ci nasci, e magari ci fai il rilevatore per il censimento, perché nessuno ha il coraggio di andare in quelle case, in quei cortili. Ci vai, e non che tu sia coraggioso o incosciente. Ci vai e basta. E vedi cose indegne di un paese civile, muri ammuffiti e vecchiette barricate in casa per paura di tutto, ma anche malavitosi che si sono creati una reggia abusiva che sembra di stare in un altro mondo. Ci vai e vedi egiziani ingegneri, avvocati e fisici che sono qui a fare i sottocuochi perché si guadagna di più così e mandiamo a casa la metà dei soldi e a casa ci torneremo presto, perché qui ti trattano di merda.
Ci nasci e vadi dal balcone retate della polizia degne di un film americano, elicotteri che sorvolano la zona, strade bloccate da mezzi blindati, uomini col passamontagna che entrano dalle finestre delle case.
Ci nasci e ci vivi in strada, quando sei piccolo, in bici magari, col rischio che se sbagli strada, o ora, la bici vola via. Ma si sa, adesso è molto più pericoloso, una volta invece sì che si viveva bene.
Ci nasci e magari temi gli immigrati, ma all’epoca erano della "bassa Italia", mentre adesso sono nordafricani, cinesi, cingalesi, russi.
Ci nasci e ci fai la guerra partigiana, combatti per la libertà, e magari ci muori.
Ci nasci e la convivenza è sempre difficile, ma non te ne vai. Non puoi. Non riesci. Adesso poi che il quartiere è stato ristrutturato… O no?
Dedicato alla Baia del Re, nome attribuito alle case popolari costruite nella periferia sud di Milano in onore al comandante Umberto Nobile, che alla guida del dirigibile Italia raggiunse il polo nord con una sfortunata spedizione nel 1928, partendo proprio da qua.

Marco Accorsi (da http://anniquaranta.blogspot.com/)

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