Quarant’anni fa la strage di stato di piazza Fontana

12 dicembre 1969: la strage di piazza Fontana ed il successivo assassinio dell’anarchico Pinelli inaugurano nei fatti la politica della strategia della tensione in Italia.

In occasione del quarantesimo anniversario della strage, la rete Partigiani in Ogni Quartiere organizza negli istituti superiori di Milano e Monza un ciclo di incontri dedicati al ricordo e all’analisi di quei fatti drammatici, perchè le giovani generazioni abbiano modo di conoscere le verità scomode relative ad uno degli episodi che ha segnato più profondamente la storia dell’Italia repubblicana.

La proposta di POQ alle scuole:  

Siamo arrivati al 40° anniversario della strage di piazza Fontana e dell’assassinio dell’anarchico Giuseppe Pinelli.Quella bomba che il 12 dicembre 1969 lasciò nella Banca dell’Agricoltura 16 morti e … feriti e tre giorni dopo quel cadavere nel cortile della questura di Milano, ha inaugurato quel periodo buio della nostra storia che ricordiamo come “strategia della tensione” e che negli anni a venire ha portato nelle piazze, sui treni e nelle stazioni quel carico di morti e di dolore che ha funestato le città italiane.La strategia era chiara fin dall’inizio e col tempo sono state messe in luce le finalità, le complicità e la pianificazione di un progetto lucidamente volto alla tacitazione di ogni conflittualità di classe e di ogni movimento di opposizione al sistema attraverso la propagazione della paura e dell’insicurezza.Quelle stragi, inizialmente addossate al movimento anarchico e rivoluzionario in genere, hanno ben presto mostrato la loro matrice istituzionale e reazionaria, essendo state appurate anche in sede processuale le connivenze tra poteri politici di regime (tuttora con poltrone in parlamento e spazi in televisione), servizi segreti (nel pieno delle loro funzioni e tutt’altro che deviati) e manovalanza neofascista (in seguito mafiosa). Come ovvio le sedi processuali non hanno però quasi mai individuato colpevoli materiali e mandanti e negli anni hanno contribuito a stendere quel velo di indeterminatezza, di mistero e di incomprensione che tuttora copre quegli infami delitti. Al resto ha contribuito il trascorrere del tempo e degli eventi: da anni non si parla più delle “stragi di stato” e quando ciò avviene prevale sempre più la tentazione al revisionismo, alla diversa lettura e alla minimizzazione delle complicità politiche della prima repubblica. Nell’attuale seconda repubblica i degni allievi degli ideatori e mandanti di quelle stragi presiedono al governo del paese e il progetto di normalizzazione e repressione del dissenso sta vedendo la sua piena realizzazione anche attraverso gli strumenti mediatici e le politiche sul lavoro, sul controllo sociale e la progressiva limitazione di libertà e diritti per gran parte della popolazione. Se i ventenni di oggi non sanno nulla di quel periodo oscuro della nostra storia o ne hanno informazioni distorte è perché si vuole sistematicamente annullare la memoria di quei fatti, cancellandoli dai libri di testo o riscrivendoli a piacimento, considerandoli come incidenti del percorso che ci ha portati verso la democrazia piena e felice che stiamo vivendo. Quest’anniversario, come tutte le ricorrenze decennali, sarà certo occasione per commemorazioni ufficiali, discorsi istituzionali in pompa magna, deposizione di corone e parole piene di sdegno e di condanna, ma anche di mistificazioni, di verità non dette, di ipocrisia e falsità. E’ per questo che crediamo importante ribadire quella verità e divulgare quella memoria che molti di noi si portano dentro da 40 anni: il mandante di quel terrore era lo stato italiano e i sicari erano militanti neofascisti. Le radici del nostro antifascismo sono lontane nel tempo e passano anche attraverso quegli anni di sangue, per approdare alla lotta attuale contro la rinascita di ogni forma di fascismo, razzismo, sessismo e prevaricazione che sempre più pervadono la nostra società.Ci piacerebbe che, partendo da queste chiare e semplici affermazioni, riuscissimo ad unire le nostre voci e le nostre energie per dare vita ad un momento cittadino di forte presenza popolare che possa riaffermare quella memoria collettiva che si vuole cancellare.La nostra proposta in sintesi è questa: mettere in rete una serie di realtà, associazioni, circoli, individui, spazi che dai primi di novembre prevedano all’interno della propria programmazione dei momenti dedicati al tema, come proiezioni di film o documentari, spettacoli teatrali, allestimenti di mostre, incontri con storici contemporanei, presentazioni di libri, ecc. (materiale non ne manca). Sempre dal mese di novembre organizzare, con realtà studentesche e insegnanti, all’interno di scuole incontri e dibattiti con materiale informativo e relatori competenti (anche questi non mancano); raccogliere materiale di ogni tipo su tutte le stragi di stato e sulla strategia della tensione, sulle organizzazioni neofasciste di ieri e di oggi, sui “piani di rinascita democratica”, sui processi, ecc., avvalendosi anche di un sito internet appositamente creato e magari producendo un dossier divulgativo.Sabato 12 dicembre 2009 organizzare in un luogo idoneo (aula magna università, auditorium scolastico, teatro o altro) un grande evento pubblico dove si alternino testimonianze storico-politiche ad interventi artistico-musicali con presenza massiccia di banchetti informativi, mostre e, perché no, cibarie e libagioni.   In particolare l’offerta si articola nei seguenti momenti a scelta:

       relazione storica introduttiva a cura del laboratorio progettuale LAPSUS degli studenti della facoltà di Storia dell’Università statale di Milano (15 min.)       www.laboratoriolapsus.it 

       spettacolo teatrale “ Se un pomeriggio d’autunno una caldaia…” della compagnia C.T.A.S. (Cantine Teatrali gli Allevatori di Sogni)

–        proiezione di un filmato da parte del laboratorio LAPSUS con documenti storici, interviste e altro (30 min.)          intervento di un relatore qualificato che ponga interrogativi e induca al dibattito (60 min.): si sono resi al momento disponibili (variabili a seconda delle date in programmazione): Aldo Giannuli (ricercatore di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano, consulente di varie procure e della Commissione Stragi); Luciano Lanza (giornalista, direttore della rivista “Libertaria”, autore del libro “Bombe  e segreti. Piazza Fontana: una strage senza colpevoli”,Eleuthera 1997,2005,2009); Saverio Ferrari (giornalista, responsabile dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre); Massimo Varengo (insegnante, responsabile della casa editrice “Zero in condotta”); Paolo Finzi (redattore della rivista “A”)             

       dibattito con domande e risposte, analisi, rimandi all’attualità, eventuali  contributi da parte dei docenti, ecc.

       allestimento di una mostra su sulla strategia della tensione dal 1965 al 1974 a cura dell’Associazione Ricerche Storiche ARS 900 realizzata con la supervisione di Aldo Giannuli

       un tavolo con materiale informativo (libri, dossier, DVD, bibliografia, ecc.)   Certi del vostro interesse, siamo disponibili a qualsiasi confronto e chiarimento, nonché ad una collaborazione attiva di tutti affinchè  la scuola sia aperta ai diversi apporti culturali e sia un reale momento di crescita per tutti.  Partigiani in ogni quartiere

poq@inventati.org

per contatti: 333 4000831 Cinzia

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